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“Il tema su cosa debbano essere le Province continua a infiammare la polemica politica, mentre la


situazione permane confusa e complicata”. Lo afferma il presidente della Provincia di Catanzaro,
Sergio Abramo, che per rendere un’idea della mole di lavoro portata avanti dagli Enti intermedi cita
un dossier dell’Upi, “che –dice –, sulla base di dati numerici, risponde in modo ineccepibile a chi li
ritiene enti inutili”.
“In tutta Italia – prosegue Abramo – le Province gestiscono oltre 5100 scuole nelle quali studiano
più di 2,5 milioni di ragazzi e 130mila chilometri di strade, pari all’80% della rete viaria nazionale
sulla quale insistono 30mila ponti, viadotti e gallerie. In capo alle Province sono rimaste anche
pianificazione territoriale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente,
pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, assistenza tecnico-amministrativa agli
enti locali, funzioni di stazione appaltante e organizzazione di concorsi e procedure selettive. Tutto
questo, come si legge nel dossier Upi, mentre due leggi di Bilancio, quelle del 2014 e la seguente,
hanno operato enormi tagli alle Province che, senza risorse e con personale dimezzato, si trovano a
gestire praticamente le stesse funzioni”.
“Assolutamente condivisibile è l’idea del presidente nazionale Upi, Michele De Pascale, secondo
cui la necessità di un ritorno all’elezione diretta è secondaria rispetto a una definizione chiara delle
funzioni delle Province. Così come concordo con De Pascale, che ritiene che abolire le Province
oggi produrrebbe un risparmio pari a zero in termini di costi della politica, visto che i non più di 900
amministratori che le governano lo fanno gratis”.

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